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Sozomeno da Pistoia (1387-1458)![]() Un percorso tra testi, scritture e libri di un umanistaCasamassima, Emanuele - Savino, Giancarlo Sozomeno da Pistoia: un irregolare della "renovatio" grafica umanistica «Medioeavo e Rinascimento», n. 9 /n. s. 6 (1995), pp. 187-195 Pagina 1 di 21 (occorrenze 21) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 avanti > ![]() ![]() ![]() Foglio/i: 1
†EMANUELE CASAMASSIMA - GIANCARLO SAVINO
SOZOMENO DA PISTOIA:
Il presente contributo a un'ipotesi sul costituirsi della così detta scrittura umanistica del Sozomeno, e alla definizione di questa, poggia sul convincimento di trovarsi di fronte ad un unicum, a suo modo, nel panorama grafico fiorentino del primo Quattrocento; e per giunta intrigante: impressione, che non dipende tanto dall'estro o dalla bizzarria dello scrivente (che è il caso, un po' più tardi, di Ciriaco d'Ancona),
* Il 30 ottobre 1987 si tenne a Pistoia una giornata di studio su Sozomeno da Pistoia umanista (1387-1458) della quale si desidera tuttora, ormai invano, la pubblicazione degli atti. Invitato a parteciparvi, Emanuele Casamassima ne fu impedito dalle sue condizioni di salute. Nondimeno volle onorare l'invito con un succinto (sei cartelle) ma intenso e originale contributo che mi fece avere in forma epistolare, con la data 26 ottobre 1987, perché lo leggessi agl'intervenuti, allegandovi un biglietto d'accompagnamento datato 28 ottobre 1987: «Caro Giancarlo, ecco la "lettera": leggila con espressione e rimedia a lacune o errori. Malgrado qualche punto non chiarissimo risponde a quello che penso. Ti auguro buon lavoro, tuo Nello. P.S. Latore è l'impareggiabile [Guglielmo] Bartoletti». Trascorsi otto anni, è parso che l'intervento non dovesse restare ancora, come tutti gli altri tranne quello di Lucia Cesarini Martinelli (citato alla nota 1), ospite esclusivo di un nastro magnetico. Cosicché il destinatario, anche richiamandosi all'annuncio di I. Pescini, Bibliografia degli scritti di Emanuele Casamassima, «Medioevo e Rinascimento», 3, 1989, p. XXII, ha stimato utile anzi doveroso che la lettera fosse finalmente stampata come contributo di sicuro rilievo paleografico e come ulteriore testimonianza di un maestro amatissimo. Nel provvedere a ciò egli riconosce di essersi presa troppa libertà in più di quella generosamente elargitagli dal mittente: ritagliando il formulario epistolare; disattendendo l'accusata provvisorietà del testo, destinato ad una relazione orale ([...] «Perdona, caro amico, la mia rapidità alla Sozomeno scriptor: a tempi più tranquilli e a conoscenze più certe e verificate, un racconto più disteso»); recando tenui ritocchi sostanziali e formali (ma i più erano stati già concordati con l'autore); acconciandovi un titolo; allegando qualche facsimile fotografico; elaborando un frugale corredo di note, regolato da un criterio di mera essenzialità. Infine aggiungendo a quello di Emanuele
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